venerdì 12 ottobre 2018

La non violenza
L’essere umano è da sempre animato da pulsioni, sentimenti, emozioni molto spesso in netto contrasto tra loro.
La violenza, intesa come contrapposizione alla pace e alla civile convivenza, è una delle contraddizioni tipiche degli uomini; prendiamo ad esempio il secolo ‘900: in meno di cento anni l’uomo ha scatenato le due guerre più sanguinose della storia dell’ umanità, senza considerare le centinaia di piccoli conflitti che l’hanno reso, forse, il periodo più violento della storia moderna. Allo stesso tempo il ‘900 ha visto nascere e diffondersi la filosofia della “non violenza”, intesa come l’ideale pacifista che ha accomunato milioni di persone, nel loro diritto di protestare e ribellarsi per le ingiustizie, senza usare la violenza ed anzi, rispondere a questa opponendo gesti di pace e di fratellanza.
L’ uomo che mise in pratica e fece conoscere per primo la protesta non violenta fu Gandhi, il quale guidò importanti lotte politiche e sociali per liberare l’India e il suo popolo dall’ oppressione del colonialismo; lotta che gli costò la vita per mano di un assassino, ma che lo fece diventare “immortale” grazie agli enormi risultati che le sue battaglie non violente riuscirono ad ottenere.
La frase di Gandhi “ un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre fiori…ma non può contenere la primavera “, colpisce molto nella sua semplicità, dando l’idea di come la cattiveria della violenza non potrà mai oscurare la forza e la bellezza della bontà.
Altri grandi leader del ‘900 hanno seguito le idee di Gandhi: Martin Luther King , Danilo Dolci e Nelson Mandela; grandi uomini, la cui eredità morale è superiore ad ogni male che hanno subito ed a ogni sacrificio fatto.
Riflettendo oggi sulla non violenza, nel contesto attuale in cui la cattiveria è ormai nel DNA di ogni piccola azione quotidiana (rapporti tra parenti, amici, mondo del lavoro, nello sport e soprattutto nel mondo virtuale dei social network ), viene spontaneo immaginare che per essere dei “non violenti” sia sufficiente mostrarsi educati, garbati e non dire parolacce. Ma la filosofia della non violenza è ben altro: non solamente bisogna evitare di avere atteggiamenti violenti bensì è necessario esporsi in prima persona per contrastare ogni tipo di intolleranza e prepotenza, contrapponendo tolleranza, buon senso e fermezza.
Oggi, più di ieri, la filosofia della non violenza potrebbe riuscire a sradicare i molti, evidenti mali della nostra società ormai imbarbarita da questi atteggiamenti.
Forse ciò che davvero manca sono dei leader come Gandhi; persone disposte a sacrifici estremi pur di guidare i deboli e gli indifesi verso i loro diritti essenziali.
                                                                           CHIARA D'ANIELLO 3 D

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