INCONTRO INTERCULTURALE CON OMAR
SULEIMAN
Mediatore culturale ed attore palestinese
Venerdì 18 maggio scorso, abbiamo partecipato ad un incontro che
voleva suscitare alcune riflessioni sulla legalità.
Omar Suleiman, un signore palestinese, che oggi vive a Napoli, ci
ha spiegato la situazione attuale e del passato della Palestina.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il territorio palestinese è stato
occupato in gran parte dagli israeliti, che hanno sottomesso i palestinesi e si
sono appropriati dei loro beni .
Oggi essi godono di poche libertà: ad esempio gli vengono concessi
solamente 8 litri d’acqua al giorno (quelli che noi utilizziamo solitamente
solo per bere), proprio per questo anche le condizioni igieniche sono pessime .
Inoltre sul loro territorio sono presenti cancelli che chiudono le
città e impediscono ai palestinesi di uscire dopo le ore 18 .
La storia di Omar Suleiman è molto toccante: egli, nonostante la
situazione drammatica, ha provato a ritornare nel suo paese più volte, perché
molti suoi familiari vivono lì, ma ci è riuscito solamente una volta. In questa
occasione ha realizzato un filmato che rappresenta le condizioni disastrose del
suo villaggio e ce lo ha mostrato .
La vita dei palestinesi era ed è difficile, i ragazzi sono
costretti a svolgere le stesse attività ogni giorno: vanno a scuola, tornano a
casa e si ritrovano insieme alle proprie famiglie, mangiando i pochi alimenti
che si possono permettere .
Ciò che il mondo vede è assurdo: soldati che puntano il fucile,
prendono la mira e sparano sui dimostranti, abbattendoli come birilli .
Purtroppo non se ne parla molto, questo crimine scivola via.
Israele alza muri, segrega milioni di persone nei territori
occupati razionando acqua ed elettricità alla popolazione, a donne e bambini e
nessuno dice niente.
Forse perché la Palestina è povera e quindi il suo destino non
interessa a nessuno .
Se siamo onesti dobbiamo dire allo Stato di Israele che sta
facendo un errore tragico, che sta tradendo se stesso, che attira su di sé un
odio feroce ed espone tutti a una guerra senza fine.
Tutto questo è anche colpa nostra perché ricordiamo l’olocausto,
massimo crimine dell’umanità, ma non reagiamo a questo orrore.
Grazie a questo incontro abbiamo capito che la libertà è il bene
più prezioso che si possa avere e che a volte, come nel caso di Israele, aver
avuto la possibilità di essere uno stato libero non insegna nulla: si passa da
perseguitati a persecutori.
Questa è una cosa che non riusciremo a tollerare, a volte aver
subito delle persecuzioni, piuttosto che far crescere il rispetto per il
prossimo fa invece crescere il proprio desiderio di vendetta ai danni di popoli
innocenti .
Noi ci sentiamo tutti palestinesi e tutti pieni di voglia di dire
al mondo che vogliamo essere liberi.
Caramanno Chiara ,Fortunato Sara, Napoli Riccardo 2D
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