lunedì 1 ottobre 2018


INCONTRO INTERCULTURALE CON OMAR SULEIMAN
Mediatore culturale ed attore palestinese
Venerdì 18 maggio scorso, abbiamo partecipato ad un incontro che voleva suscitare alcune riflessioni sulla legalità.
Omar Suleiman, un signore palestinese, che oggi vive a Napoli, ci ha spiegato la situazione attuale e del passato della Palestina.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il territorio palestinese è stato occupato in gran parte dagli israeliti, che hanno sottomesso i palestinesi e si sono appropriati dei loro beni .
Oggi essi godono di poche libertà: ad esempio gli vengono concessi solamente 8 litri d’acqua al giorno (quelli che noi utilizziamo solitamente solo per bere), proprio per questo anche le condizioni igieniche sono pessime .
Inoltre sul loro territorio sono presenti cancelli che chiudono le città e impediscono ai palestinesi di uscire dopo le ore 18 .
La storia di Omar Suleiman è molto toccante: egli, nonostante la situazione drammatica, ha provato a ritornare nel suo paese più volte, perché molti suoi familiari vivono lì, ma ci è riuscito solamente una volta. In questa occasione ha realizzato un filmato che rappresenta le condizioni disastrose del suo villaggio e ce lo ha mostrato .
La vita dei palestinesi era ed è difficile, i ragazzi sono costretti a svolgere le stesse attività ogni giorno: vanno a scuola, tornano a casa e si ritrovano insieme alle proprie famiglie, mangiando i pochi alimenti che si possono permettere .
Ciò che il mondo vede è assurdo: soldati che puntano il fucile, prendono la mira e sparano sui dimostranti, abbattendoli come birilli .
Purtroppo non se ne parla molto, questo crimine scivola via.
Israele alza muri, segrega milioni di persone nei territori occupati razionando acqua ed elettricità alla popolazione, a donne e bambini e nessuno dice niente.
Forse perché la Palestina è povera e quindi il suo destino non interessa a nessuno .
Se siamo onesti dobbiamo dire allo Stato di Israele che sta facendo un errore tragico, che sta tradendo se stesso, che attira su di sé un odio feroce ed espone tutti a una guerra senza fine.
Tutto questo è anche colpa nostra perché ricordiamo l’olocausto, massimo crimine dell’umanità, ma non reagiamo a questo orrore.
Grazie a questo incontro abbiamo capito che la libertà è il bene più prezioso che si possa avere e che a volte, come nel caso di Israele, aver avuto la possibilità di essere uno stato libero non insegna nulla: si passa da perseguitati a persecutori.
Questa è una cosa che non riusciremo a tollerare, a volte aver subito delle persecuzioni, piuttosto che far crescere il rispetto per il prossimo fa invece crescere il proprio desiderio di vendetta ai danni di popoli innocenti .
Noi ci sentiamo tutti palestinesi e tutti pieni di voglia di dire al mondo che vogliamo essere liberi.
Caramanno Chiara ,Fortunato Sara, Napoli Riccardo 2D


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