lunedì 19 marzo 2018



PROGETTO  LEGALITA’ 

UN  MODELLO DI ATTIVISMO  CIVILE  NONVIOLENTO:   DANILO  DOLCI.
 UN OMAGGIO AL SUO IMPEGNO IN OCCASIONE  DEL VENTENNALE  DALLA  MORTE.
CHI  ERA  DANILO  DOLCI?
Danilo  Dolci  nacque  il  28  giugno  1924  a  Sesana,  oggi  in  Slovenia,  ma  a  quel  tempo  in  provincia  di  Trieste.
Egli  è  stato  un’ importante  figura  della  cultura  italiana  del  secolo  scorso:  poeta,  educatore,  sociologo,  animatore  sociale  e  convinto  assertore  del  metodo  della  nonviolenza,  tanto  da  essere  soprannominato  il  Gandhi  italiano.
Intraprese  gli  studi  di  Architettura a  Milano  e  negli  anni  del  fascismo  sviluppò  presto  una  decisa  avversione  alla  dittatura.  Arrestato  a  Genova  nel  1943  dai  nazifascisti,  riuscì  a  fuggire.
Nel  1950   aderì  all’ esperienza  della  Comunità  di  Nomadelfia  a  Fossoli  e  nel  1952  si trasferì   nella  Sicilia  Occidentale  ( Trappeto  e  Partinico ),  territorio  poverissimo  che  aveva  conosciuto  da  bambino,  con  il  fine  di  promuovere  iniziative  contro  il  sottosviluppo,  con   lotte  nonviolente  contro  i  mafiosi  che  controllavano  il  territorio.
Per  il  suo  impegno  civile  a  favore  dei  diritti  dei  cittadini,  contro l’assenza  dello  Stato  e  le  sue  connivenze  con  i  poteri  mafiosi  locali,   subì  diverse  persecuzioni  e  processi,ma  fu  sostenuto  a  parole  e  con  i  fatti  da  molti  intellettuali  dell’epoca  come  Aldo  Capitini,  Piero  Calamandrei,  Franco  Alasia,  Norberto  Bobbio,  Carlo  Levi,  Ignazio  Silone,   Jean  Piaget,  Bertrand  Russel  ed  Erich  Fromm.
Vinse  molte  battaglie per i suoi amati “poveri cristi”  quali la  costruzione  di  una  diga  e  di  un  sistema  fognario  che  migliorarono  le  condizioni  di  vita  dei  contadini.Organizzò  scioperi  della  fame  e  marce  pacifiche  e  non violente  per  ottenere forme di assistenza  per  le  famiglie indigenti  che  soffrivano  la  fame  fino  a  morirne  e  per  chiedere  la  costruzione  di  strade ( sciopero  alla  rovescia) che  facessero  uscire  queste  popolazioni  dall’isolamento  economico  e  culturale.
Diede  origine  ad  una  radio  libera  per  dare  voce  ai  terremotati  del Belice  che  non potevano  aspettare  le  inadempienze  dello  Stato  che  rimandava  la  ricostruzione,   mentre  i  fondi  ad  essa  destinati  scomparivano  e  andavano  ad  arricchire  i  mafiosi  locali.
Fece  nascere  scuole  che  si  fondavano  su  una  sorta  di  metodo  maieutico frequentate  non  solo  da  bambini,  ma anche  da  adulti  analfabeti,  dove  aveva  spazio  anche  la  pratica  musicale  considerata  un  elemento  fortemente  aggregante. 
Spese  gli  ultimi  anni  della  sua  vita  girando l’Italia  e  l’Europa  per  trasmettere  la  propria  idea  di  educazione  aperta  e  democratica, ottenendo  grandissimi  riconoscimenti.
Morì  a  Partinico ( Palermo)  il  30  dicembre  1997.

  CHIARA   D’ANIELLO   CLASSE  II   D


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