lunedì 20 marzo 2017

21 MARZO, GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE

La III A rivolge un pensiero a Giancarlo Siani:


Giancarlo, tu, come altri, hai lottato contro la criminalità e hai scritto articoli contro la camorra, anche se non eri ancora un vero giornalista; infine sei stato ucciso ingiustamente a Napoli, la sera del 23 settembre 1985. Grazie a te si è potuto capire il ruolo della camorra nella società; tutti noi, lottando sempre di più, potremo sconfiggere questi criminali.

La III B ricorda don Giuseppe Diana:

Don Diana, vi salutiamo e vi diciamo grazie per tutto ciò che avete fatto per aiutare la povera gente flagellata dalla camorra e per la vostra coraggiosa lettera, una fortissima denuncia ad un'organizzazione criminale feroce e minacciosa. Avete avuto un ardire ammirevole dicendo ciò che tutti sapevano già ma che nessuno diceva, poichè la morte fa paura a tutti. E allora noi vi diciamo mille volte grazie e faremo in modo che il vostro sacrificio non venga mai dimenticato, perchè bisogna combattere l'ingiustizia e la criminalità, ognuno a modo suo, ognuno al massimo delle sue possibilità: voi scrivendo una lettera e parlando, un commerciante rifiutandosi di pagare la "protezione", un poliziotto indagando. Noi speriamo vivamente, e siamo pronti a impegnarci per questo, che grazie a gente coraggiosa come voi si possano sconfiggere le mafie.

La III C ricorda don Pino Puglisi:
Quello che è successo a Don Pino Puglisi è la conferma che nel mondo, non solo in quello mafioso, quando ci si oppone a chi ha un potere economico maggiore del tuo ci si può solo aspettare di essere calpestati da un'amara sconfitta. L'intento principale di Don Pino era far capire alla gente che si può ottenere amore e rispetto senza uccidere e fare del male. È strano come un uomo da solo sia riuscito a spaventare un'intera famiglia mafiosa, una famiglia composta da strozzini e assassini, che tenevano la popolazione chiusa nel timore delle vendette e nella loro ignoranza: proprio contro questa ignoranza combatteva Don Pino Puglisi, cercando di sradicarla tra i ragazzi di strada. In seguito coloro che hanno ucciso o hanno ordinato di uccidere Don Pino sono finiti in carcere, ma questo non compensa la sofferenza dei parenti delle vittime e non deve farci dimenticare la terribile violenza di tutti i mafiosi.

La III D rivolge un pensiero a Peppino Impastato:
Peppino Impastato, un ragazzo siciliano, proveniva da una famiglia mafiosa eppure è stato molto coraggioso perché non solo si è staccato dai suoi parenti e dall'educazione che aveva ricevuto, ma nel tempo ha combattuto contro l'associazione mafiosa del suo paese e il boss, Tano Badalamenti, che la governava. Peppino ha fondato associazioni antimafiose, gruppi culturali e stazioni radio, finché non fu ucciso nel maggio del 1978. Negli anni successivi fu solo grazie alla madre e al fratello, che avevano rinnegato le loro origini mafiose, che si individuò la matrice criminale del delitto Impastato. Per il suo coraggio pensiamo che tutti noi dovremmo portarlo come esempio di vita.

La III E rivolge un pensiero a Filomena Morlando:
Quando leggiamo il titolo "Ucciso per errore dalla mano camorrista" ci poniamo tante domande. Nelle nostre riflessioni ci viene subito in mente il ricordo di magistrati come Falcone e Borsellino, legati dallo stesso destino di morte, ma accompagnati nella loro fine dai poliziotti di scorta di cui non sempre si ricorda il nome. Come loro, ci sono tante altre vittime innocenti, spesso dimenticate, tra cui Filomena Morlando alla quale è dedicato il presidio salernitano di "Libera - contro le mafie". Di lei i giornali si occuparono solo al momento della morte, quando la sua unica colpa era stata quella di essere uscita di casa nel momento sbagliato, quello di un conflitto a fuoco tra camorristi. A lei, vittima innocente della criminalità, rivolgiamo il nostro piccolo pensiero.

La III F ricorda Angelo Vassallo:
Per ricordare Angelo Vassallo, il "Sindaco pescatore" di Pollica, ucciso per il suo impegno ambientalista, bastano le parole da lui stesso pronunciate:"Quando hai passato buona parte della tua vita in mare, non puoi aver paura di nulla e di nessuno sulla terra".

La III G rivolge il suo pensiero a Marcello Torre:
Marcello Torre, animo onesto e coraggioso, è un esempio di integrità morale. Ha affrontato a testa alta la camorra e chi lo voleva piegare a logiche disoneste. Sapeva di "essere seduto su una polveriera", come usava dire, ma questo non l'ha fermato. Voleva migliorare lo stato di cose per i suoi cittadini. Il suo nome e la sua figura non sono morti con lui ma vivranno nella nostra memoria.

La III H ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino:

"La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine."
Giovanni Falcone  

"Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta."
Paolo Borsellino     


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